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DOMENICA MATTINA IN PIAZZA DUOMO

  1. Non posso smettere di guardare: è un uomo non più giovane, ma pieno di vigore.
    Capelli incolti, barba lunga, è a piedi nudi in una via del centro la domenica mattina.
    In canotta e pantaloni corti nel cuore dell’autunno, chiede la carità con scarsa convinzione, un po’ impacciato, perché non è quella la sua vocazione…
    In una società malata il Dio Denaro serve anche a un barbone, a chi ha deciso di farne a meno.
    Il suo magnetismo contrasta fortemente col fasullo ostentato benessere delle signore ingioiellate, che sfilano rigide verso il rituale sociale della messa.
    Le mammine addobbate a festa girano alla larga indignate con le astronavi contenenti il peggior frutto del loro egoismo.
    Uomini logati, superdotati di iphone, sogghignano certi della loro superiorità.
    I più guardano altrove, fingendo distrazione, perché è quello che meglio sanno fare: non vogliono vedere l’alternativa, non vogliono ascoltare chi potrebbe avere davvero qualcosa da dire. Vogliono solo continuare la recita: l’inutile farsa della loro vita, che li spinge ad essere orgogliosi di quello che non sono, a comportarsi come gli è stato sottilmente imposto di fare… salvo poi scoprire in fondo al cuore il costante sanguinamento dell’insoddisfazione.
    Lui resta lì, nel suo umile domandare, superandoli in altezza fisica e spirituale: chissà da dove viene, cos’è venuto a fare, novello vichingo esploratore. Dove va? Cosa vuole? Non ha né torto, né ragione, una cosa soltanto è evidente: almeno lui sta provando a cercare!

Chiara Moranda