Ho letto e apprezzato nei giorni scorsi sul Giornale di Brescia la lettera del
dottor Sergio Perini, riguardo alla dilagante epidemia di polmonite atipica
nella bassa bresciana: finalmente qualcuno che si interroga sui veri motivi,
riscuotendo non a caso grande consenso tra i lettori!
Eppure, tra le domande poste manca, a mio parere, la più importante: “Per
colpa di quali abitudini scorrette, io, singolo cittadino, contribuisco in maniera
determinante a causare il problema?”
Come al solito, per incoscienza o pigrizia mentale, si preferisce dimenticare le
responsabilità individuali!
Mi permetto dunque di sollecitare alcune riflessioni, a partire dalle ipotesi
chiamate giustamente in causa dal dottor Perini:
– Se ogni singola persona si impegnasse a riciclare, differenziare con cura e
acquistare con criterio, la residua immondizia indifferenziata da seppellire
nelle discariche di Montichiari e dintorni sarebbe di gran lunga ridotta!
– Se ogni singola persona si interrogasse coscienziosamente sui numeri
sbalorditivi degli allevamenti intensivi nel bresciano (e non solo), si
renderebbe conto che lo sversamento dei liquami da essi derivanti sarà
inevitabile finché ognuno penserà di mantenere senza conseguenze le sue
deleterie abitudini alimentari: è ora di accettare il fatto che l’unica
alimentazione sostenibile, futuribile ed etica è quella interamente vegetale!
[Chi vuole realmente sapere come stanno le cose, approfondisca le
responsabilità dell’allevamento intensivo anche rispetto al consumo scriteriato
delle risorse idriche, alle svariate emissioni inquinanti, alla deforestazione
globale, all’antibiotico-resistenza dei batteri, nonché alla loro mutazione e
diffusione (questa epidemia bresciana secondo me lo dimostra chiaramente!),
oltre che rispetto alle gravi carenze alimentari dei Paesi poveri e ovviamente
alla sofferenza crudelmente imposta agli animali allevati…]
– Se ogni singola persona acquistasse e utilizzasse nella propria abitazione
soltanto detersivi, prodotti cosmetici e igienici ecologici, biodegradabili e non
dannosi, facendo attenzione a quel che butta negli scarichi, potremmo tutti
preoccuparci un po’ meno dei residui chimici e tossici che restano nei fanghi
derivanti dalla depurazione delle acque domestiche, che dovendo in qualche
modo essere smaltiti, finiscono nei nostri campi e quindi sulle nostre tavole.
-Se ogni singola persona smettesse di riempire il suo orticello, il suo giardino
e la sua casa con insetticidi, erbicidi, rodenticidi, diserbanti e mortali veleni di
ogni genere, le falde acquifere da cui derivano le acque che tengono in vita
tutte le creature, uomo incluso, sarebbero meno inquinate.
– Se ogni singola persona riflettesse sul fatto che acquistare prodotti da
agricoltura biologica è un potente strumento a sua disposizione per evitare
l’impoverimento del suolo e lo spargimento di prodotti chimici dannosissimi, i
fiumi, i laghi, gli animali, tutto l’ambiente e di conseguenza l’umanità stessa
non si troverebbero a fare i conti con una silenziosa, subdola e costante
intossicazione.
-Se ogni singola persona si preoccupasse seriamente dell’impatto fortemente
inquinante di un volo aereo, di una crociera, di un viaggio superfluo in auto, in
moto, in motoscafo, etc… andrebbe un po’ meno in vacanza e un po’ più a
passeggio nella natura, che avrebbe modo di rigenerarsi!
– Se ogni singola persona valutasse il reale sovrappopolamento umano del
pianeta, prenderebbe in considerazione l’ipotesi di fare un figlio di meno,
piuttosto che uno in più, (spinta dalla pressione sociale, politica ed
economica): avremmo allora meno difficoltà a smaltire tutti i nostri residui, a
nutrirci in maniera sostenibile, a diminuire in generale il nostro devastante
impatto sul pianeta.
La lista potrebbe essere infinita, anche se probabilmente mi mancano le
competenze tecniche necessarie a compilarla in maniera appropriata:
l’importante è tuttavia trasmettere il concetto che addossare le colpe sempre
alle istituzioni, alle ATS, ai comuni, ai vari organi di controllo è un modo
comodo che i cittadini hanno di deresponsabilizzarsi: non volendo ammettere
che i veri artefici di quanto accade sono loro stessi!
Lamentarsi, indignarsi e puntare il dito è inutile se non si è disposti a
riflettere profondamente, ad informarsi e ad impegnarsi personalmente: nella
consapevolezza che le azioni degli individui hanno delle conseguenze che si
ripercuotono sull’intera umanità e sull’ambiente.
È la somma dei singoli a fare la la società: siamo noi, attraverso le nostre
scelte quotidiane, che possiamo fare la differenza ed attuare un’inversione di
rotta, prima che sia troppo tardi, quindi non lasciamoci distrarre ed iniziamo
subito a rivalutare le nostre priorità!
Non si tratta di una questione locale (sarebbe semplicistico cercare un altro
luogo in cui commettere questi abusi), bensì di un cambiamento globale che
va messo in atto: il pianeta è uno solo ed e la casa di tutti.
Siamo alla resa dei conti, questa epidemia è una lezione che non possiamo
permetterci di sottovalutare: la Terra è satura e ci sta restituendo tutta la
schifezza che le abbiamo incoscientemente rifilato.
O ci evolviamo uno per uno, o moriamo tutti, insieme a lei!
dottor Sergio Perini, riguardo alla dilagante epidemia di polmonite atipica
nella bassa bresciana: finalmente qualcuno che si interroga sui veri motivi,
riscuotendo non a caso grande consenso tra i lettori!
Eppure, tra le domande poste manca, a mio parere, la più importante: “Per
colpa di quali abitudini scorrette, io, singolo cittadino, contribuisco in maniera
determinante a causare il problema?”
Come al solito, per incoscienza o pigrizia mentale, si preferisce dimenticare le
responsabilità individuali!
Mi permetto dunque di sollecitare alcune riflessioni, a partire dalle ipotesi
chiamate giustamente in causa dal dottor Perini:
– Se ogni singola persona si impegnasse a riciclare, differenziare con cura e
acquistare con criterio, la residua immondizia indifferenziata da seppellire
nelle discariche di Montichiari e dintorni sarebbe di gran lunga ridotta!
– Se ogni singola persona si interrogasse coscienziosamente sui numeri
sbalorditivi degli allevamenti intensivi nel bresciano (e non solo), si
renderebbe conto che lo sversamento dei liquami da essi derivanti sarà
inevitabile finché ognuno penserà di mantenere senza conseguenze le sue
deleterie abitudini alimentari: è ora di accettare il fatto che l’unica
alimentazione sostenibile, futuribile ed etica è quella interamente vegetale!
[Chi vuole realmente sapere come stanno le cose, approfondisca le
responsabilità dell’allevamento intensivo anche rispetto al consumo scriteriato
delle risorse idriche, alle svariate emissioni inquinanti, alla deforestazione
globale, all’antibiotico-resistenza dei batteri, nonché alla loro mutazione e
diffusione (questa epidemia bresciana secondo me lo dimostra chiaramente!),
oltre che rispetto alle gravi carenze alimentari dei Paesi poveri e ovviamente
alla sofferenza crudelmente imposta agli animali allevati…]
– Se ogni singola persona acquistasse e utilizzasse nella propria abitazione
soltanto detersivi, prodotti cosmetici e igienici ecologici, biodegradabili e non
dannosi, facendo attenzione a quel che butta negli scarichi, potremmo tutti
preoccuparci un po’ meno dei residui chimici e tossici che restano nei fanghi
derivanti dalla depurazione delle acque domestiche, che dovendo in qualche
modo essere smaltiti, finiscono nei nostri campi e quindi sulle nostre tavole.
-Se ogni singola persona smettesse di riempire il suo orticello, il suo giardino
e la sua casa con insetticidi, erbicidi, rodenticidi, diserbanti e mortali veleni di
ogni genere, le falde acquifere da cui derivano le acque che tengono in vita
tutte le creature, uomo incluso, sarebbero meno inquinate.
– Se ogni singola persona riflettesse sul fatto che acquistare prodotti da
agricoltura biologica è un potente strumento a sua disposizione per evitare
l’impoverimento del suolo e lo spargimento di prodotti chimici dannosissimi, i
fiumi, i laghi, gli animali, tutto l’ambiente e di conseguenza l’umanità stessa
non si troverebbero a fare i conti con una silenziosa, subdola e costante
intossicazione.
-Se ogni singola persona si preoccupasse seriamente dell’impatto fortemente
inquinante di un volo aereo, di una crociera, di un viaggio superfluo in auto, in
moto, in motoscafo, etc… andrebbe un po’ meno in vacanza e un po’ più a
passeggio nella natura, che avrebbe modo di rigenerarsi!
– Se ogni singola persona valutasse il reale sovrappopolamento umano del
pianeta, prenderebbe in considerazione l’ipotesi di fare un figlio di meno,
piuttosto che uno in più, (spinta dalla pressione sociale, politica ed
economica): avremmo allora meno difficoltà a smaltire tutti i nostri residui, a
nutrirci in maniera sostenibile, a diminuire in generale il nostro devastante
impatto sul pianeta.
La lista potrebbe essere infinita, anche se probabilmente mi mancano le
competenze tecniche necessarie a compilarla in maniera appropriata:
l’importante è tuttavia trasmettere il concetto che addossare le colpe sempre
alle istituzioni, alle ATS, ai comuni, ai vari organi di controllo è un modo
comodo che i cittadini hanno di deresponsabilizzarsi: non volendo ammettere
che i veri artefici di quanto accade sono loro stessi!
Lamentarsi, indignarsi e puntare il dito è inutile se non si è disposti a
riflettere profondamente, ad informarsi e ad impegnarsi personalmente: nella
consapevolezza che le azioni degli individui hanno delle conseguenze che si
ripercuotono sull’intera umanità e sull’ambiente.
È la somma dei singoli a fare la la società: siamo noi, attraverso le nostre
scelte quotidiane, che possiamo fare la differenza ed attuare un’inversione di
rotta, prima che sia troppo tardi, quindi non lasciamoci distrarre ed iniziamo
subito a rivalutare le nostre priorità!
Non si tratta di una questione locale (sarebbe semplicistico cercare un altro
luogo in cui commettere questi abusi), bensì di un cambiamento globale che
va messo in atto: il pianeta è uno solo ed e la casa di tutti.
Siamo alla resa dei conti, questa epidemia è una lezione che non possiamo
permetterci di sottovalutare: la Terra è satura e ci sta restituendo tutta la
schifezza che le abbiamo incoscientemente rifilato.
O ci evolviamo uno per uno, o moriamo tutti, insieme a lei!
Chiara Moranda